Intervista a Felice Di Pietro, il fondatore di isivillage. D: Ci tolga una curiosità, da dove viene il nome isivillage? Che significa? R: All’epoca in cui ho rilevato l’ex villa Grifoni, avevo in mente di utilizzare la strutture per creare un luogo d’incontro socializzante, per i singles catenesi (io ero fra questi), dove il focus della gestione doveva essere quello di creare occasioni per fare amicizia, conoscere persone nuove, stare in compagnia. Il tutto condito dalla convivialità, e quindi da buona tavola, da musica e spettacolo. Avevo perfino costruito un’ associazione culturale che si chiamava “International single zone”. Per un anno circa ho portato avanti l’esperimento, ma mi sono dovuto arrendere al fatto che i catanesi non hanno risposto all’iniziativa con l’entusiasmo che mi aspettavo, e la strutture è troppo grande e costosa e necessita di grandi numeri per poter sopravvivere. Così ho deciso di cambiare format e di cambiare completamente nome alla struttura, giacchè il vecchio nome , quello di villa Grifoni, era stato rovinato dalla precedente gestione che evidentemente non aveva operato molto bene. Avevo bisogno di dare un impronta nuova, che le persone si rendessero conto che tutto era cambiato. La grandezza della struttura e la sua articolazione su diversi servizi, mi ha fatto pensare all’idea del villaggio, mentre “ISI” che era l’abbreviazione di “International single”, era comunque un suono che mi piaceva e che non volevo abbandonare. Fra l’altro la parola inglese “easy”, si pronuncia proprio ISI, sicchè anche in quest’accezione di “villaggio facile” non mi dispiaceva. Determinante comunque il suono, facile da pronunciare , da ascoltare e da ricordare. D: Non ti sembra strano chiamare un ristorante “…village”? R: Ho sempre visto isivillage come un piccolo villaggio turistico senza posti letto, riservato ai residenti piuttosto che ai turisti. Questo perché, come un villaggio turistico, ha diverse aree e diversi servizi di intrattenimento. Se vieni in estate ad esempio, dopo aver parcheggiato la macchina nel grande parcheggio, ti ritrovi a scegliere fra tre diversi ingressi alla struttura, che ti conducono a diverse aree con diversi servizi ristorativi. Se entri dalla zona pizzeria, vicino al padiglione del parco giochi, ti ritrovi nel delizioso cortiletto dell’antica villa padronale del secolo scorso, con tanto di pozzo al centro, dove allestiamo durante l’estate la pizzeria low cost , e all’area che abbiamo chiamato saloon, perché nei fine settimana estivi, vi abbiamo ospitato delle serate di musica country americana. Se entri dalla parte centrale del parcheggio, hai accesso all’area piscina che ospita il ristorante e le diverse aree per i banchetti. Dall’ingresso in fondo al parcheggio, invece, hai accesso direttamente alla zona che chiamiamo Steak house, dove allestiamo un ristorante informale con vendita a peso delle carni e barbeque sempre in funzione. Insomma una specie di “arrusti e mancia” tipico catanese, allestito fra il verde e la frescura della collina, piuttosto che in città. Come vedi è come entrare in un piccolo villaggio, parcheggiare la macchina nella piazza centrale e scegliere in quale locale andare a mangiare. Non si può certo paragonare ad un normale ristorante!!! D: In effetti Felice non si può prorpio paragonare ad un ristorante normale. D: Tempo fa in un volantino di isivillage mi è capitato di leggere che ti sei ispirato al meeting food. Mi vuoi spiegare che significa questo termine? R: Meeting food, è un termine di mia invenzione. Un neologismo in lingua inglese, che è una lingua che ben si presta a sintetizzare concetti complessi. Lo considero una evoluzione dei termini slow food e fast food, con i quali si intendono due modi di approcciare al cibo molto diversi tra loro. Con il termine Meeting food intendo mettere al centro dell’attenzione l’incontro tra le persone. Il fatto di usare il cibo, la tavola, come un occasione conviviale e socializzante. Di fatto ho osservato che sempre più le persone quando escono, specie di sera, per andare in un locale, hanno bisogno di soddisfare prioritariamente il bisogno di stare insieme agli amici e svagarsi, piuttosto che il bisogno di sfamarsi. Questo significa che anche i gestori dei locali devono pensare non solo a far mangiare bene i propri clienti, ma ad offrire anche l’ambiente ideale in cui le persone possono esprimere questo bisogno fondamentale di svago e socializzazione. Per cui la cordialità, l’accoglienza, l’amichevolezza del personale, l’animazione, gli spettacoli interattivi, diventano parte integrante dei servizi offerti. Mi piacerebbe pensare che nel tempo isivillage possa essere interpretato dai suoi clienti, come il luogo in cui incontrarsi e passare la serata in modo divertente, simpatico, informale, oltre che .. nutriente. D: che dire… sei stato chiarissimo! Non mi resta altro che invitare gli amici del blog a partecipare attivamente, se avete domande, volete entrare a far parte del nostro staff… scrivete …scrivete… scrivete! |